"Non andartene docile in quella buona notte" è una poesia villanelle scritta dal poeta gallese Dylan Thomas nel 1951, pubblicata postuma. La poesia è un'esortazione appassionata e straziante contro l'accettazione della morte, rivolta probabilmente al padre del poeta che era in fin di vita.
I temi centrali della poesia includono:
La lotta contro la morte: Il tema principale è la resistenza alla morte, la necessità di combattere fino all'ultimo. Dylan%20Thomas esorta a "infuriare, infuriare contro il morire della luce".
Il valore della vita: La poesia celebra la vita, evidenziando come anche gli uomini saggi, buoni, selvaggi e seri rimpiangano la sua perdita e si aggrappino ad essa disperatamente. Ognuno di questi tipi di uomini è presentato come un esempio di chi, per diverse ragioni, si rifiuta di accettare la morte pacificamente.
L'amore e il rimpianto: Si percepisce un profondo amore e rispetto per la figura a cui la poesia è indirizzata, insieme a un senso di rimpianto per le cose non dette e non fatte. Amore%20e%20rimpianto si intrecciano nella disperata richiesta di resistenza.
La natura della morte: La poesia suggerisce che la morte non è semplicemente un passaggio tranquillo, ma qualcosa contro cui bisogna lottare con tutte le forze. Il poeta equipara la morte al "morire della luce," suggerendo la perdita di conoscenza, passione e vita. La%20natura%20della%20morte è presentata come un nemico da combattere.
La forma della villanelle, con le sue ripetizioni e il suo schema ritmico complesso, contribuisce a rafforzare l'intensità emotiva della poesia e l'ossessiva insistenza del poeta. Le due rime ripetute, "buona notte" e "morire della luce", agiscono come un ritornello, sottolineando la centralità di questi concetti nella lotta contro la morte.